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Freedom Magazine - Teotihuacan

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su Freedom Magazine

(N°0 LUGLIO 2019)

 


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Freedom Magazine - TEOTIHUACAN

LA CERIMONIA DEL FUOCO SACRO

Il fatto che il Sole riapparisse ogni giorno non era una cosa affatto scontata per gli Aztechi. Questo ciclo doveva essere sorvegliato e mantenuto attivo grazie alle pratiche religiose che comprendevano addirittura sacrifici umani. Per questo adottavano un sofisticato calcolo del tempo. Oltre al calendario civile di 365 giorni avevano un calendario religioso di 260 giorni. Ogni 52 anni i calendari si riallineavano. Era un giorno attesissimo in cui si celebrava la “Cerimonia del Fuoco Nuovo”, un particolare rituale religioso con lo scopo di verificare e sostenere il perpetuarsi del ciclo cosmico e garantire così che il Sole avrebbe continuato il suo corso. Una tradizione molto antica risalente a prima della nascita dell'impero azteco che si è svolta fino al 1507, interrotta dalla conquista degli spagnoli.

Particolare attenzione rivestiva la costellazione delle Pleiadi che a mezzanotte, ogni 52 anni appariva proprio sopra di loro nel punto più alto del cielo (allo Zenith) e assicurava gli antichi americani che il mondo non sarebbe finito. Chiamavano questa costellazione (Tianquiztli che significa) “il luogo di incontro”. Per questo molti sostengono che la Piramide del Sole abbia riferimenti tali per l’osservazione di questo fenomeno.

Dove avevano preso queste conoscenze? Forse ereditate da un sapere antico che veniva proprio dalla civiltà di Teotihuacan?


INTERVISTA A SERGIO GÓMEZ CHÁVEZ

SERGIO GÓMEZ CHÁVEZ è l'archeologo responsabile degli scavi nel Tempio del Serpente Piumato

Come avete scoperto il tunnel e cosa avete trovato nel tunnel sotto il tempio?

La scoperta avvenne in maniera casuale, noi stavamo facendo lavori di conservazione nel Tempio del Serpente Piumato, aveva piovuto moltissimo in quei mesi.

Iniziai a lavorare come qualsiasi altro giorno alle otto della mattina e mi avvisarono che si era formato un buco nella terra, prendemmo una corda, i lavoratori me la misero alla vita e mi fecero scendere a quasi quattordici metri sotto il livello della superficie, una volta che stavo lì sotto lanciai alcune pietre, potei vedere da una parte e dall’altra così mi resi conto che esisteva un tunnel a quasi quattordici metri di profondità.

Quel momento fu qualcosa di molto emozionante però realmente non sapevo di cosa si trattava, ci vollero alcuni mesi prima di rendermi conto della grandezza e dell’importanza di questa sorprendente scoperta.

Questa scoperta è molto importante, perché ci ha permesso di comprendere molti aspetti su quella che era la visione del cosmo degli antichi popoli mesoamericani. Si tratta molto probabilmente della scoperta più importante che è stata fatta non solo a Teotihuacan ma probabilmente in tutto il Messico.

Quello che abbiamo trovato è stato unico: mai prima d’ora avevamo trovato una tale varietà e quantità di oggetti in Messico come quelli che abbiamo trovato durante l’esplorazione del tunnel. Tra le cose singolari che abbiamo trovato: mercurio liquido, pirite in gran quantità, che il popolo di “Teotihuacan” triturava e con il quale impregnava tutta la volta del tunnel per aiutare a rappresentare il cielo e le stelle. Abbiamo enormi quantità di conchiglie e lumache estratte dall’Oceano Pacifico, dall’Atlantico, di molti luoghi lontani, inoltre abbiamo due piccoli pezzetti di turchese che il popolo di “Teotihuacan” prendeva dall’Arizona sicuramente.



TEOTIHUACAN

IL LUOGO DOVE NASCONO GLI DEI


La più grande metropoli dell’emisfero occidentale dopo la caduta di Roma. Una vera e propria New York del Mesoamerica: Teotihuacán è uno dei più misteriosi luoghi del pianeta. Archeologi e storici ancora dibattono su chi può aver mai costruito una struttura di templi così imponente e articolata.

Teotihuacan sorge a 40 chilometri da Città del Messico a 2300 metri di altezza ed è ancora oggi il sito archeologico più vasto e imponente dell’America centrale. Un grande viale, lungo 2 chilometri e mezzo attraversa la città dominata da due immense piramidi: la piramide della Luna e quella del Sole, una delle più grandi al mondo. Tunnel all’interno del complesso sono oggetto di studio da parte di equipe di studiosi e potrebbero presto fornire elementi significativi per svelare almeno in parte il mistero di Teotihuacán. Chi l’avrebbe edificata e quando? Quale è l’origine della sua misteriosa fine? Perché gli Aztechi la definirono “il luogo in cui nascono gli dei”? Ma gli enigmi di questo incredibile sito non finiscono qui.

Quanto sofisticato era il popolo che l’ha edificato? A quali conoscenze era giunto? La presenza di Mercurio e di grandi tavole di Mica, un particolare minerale utilizzato in molte attuali tecnologie, potrebbe essere il segno di un popolo che era molto più progredito di quanto possiamo immaginarci?

 

La Piramidi

La Piramide del Sole è il simbolo di Teotihuacan una delle più straordinarie città dell’antico mondo. Con un’estensione di ben 20 kmq si stima potesse ospitare circa 125.000 persone. La sua pianta a scacchiera testimonia un piano urbanistico ben architettato con un grosso asse stradale chiamato Viale dei Morti, che unisce due dei più imponenti edifici della Mesoamerica: la Piramide del Sole e la Piramide della Luna.

Era la capitale di un vero e proprio impero, una città cosmopolita e il fulcro delle più importanti rotte commerciali. Teotihuacan fu un centro spirituale importantissimo capace di influenzare profondamente tutti i popoli del centro America, come i Maya e gli Aztechi. Molte delle divinità adorate qui continueranno a essere venerate da molti altri popoli.

Cosa si sa di Teotihuacan? Teotihuacan sorgeva in una zona fertile e ricca di acqua, circondata da giacimenti di ossidiana e altri minerali che la fecero ricca. Secondo gli archeologi Teotihuacan raggiunse il suo apogeo tra il 250 e il 700 d.C. Ma dopo anni di studi e di indagini archeologiche non si è riusciti ancora a comprendere quale popolo fondò questa grande città e quale fu la sua storia.

Molto si sta scavando in questo periodo ma ancora moltissimo c’è da scoprire per riuscire a comprendere chi era questo misterioso popolo. Proprio sotto la Piramide del Sole è stata rinvenuta una profonda caverna scavata in un letto di lava. Molti ritengono che questa cavità abbia una forte valenza simbolica e sia stato il primo luogo attorno al quale è stato poi edificato tutto il complesso di templi e palazzi.

Cosa si sa della civiltà che popolò questa città? Come terminò?

Teotihuacan è un mistero a tutto tondo. Il sistema di scrittura adottato è tuttora un enigma da decifrare, ma c’è di più. Le piramidi erano forse monumenti funebri per i regnanti? Non lo sappiamo perché non si è trovato nulla in questo senso. Era allora un grosso centro cerimoniale? Quello che è a noi noto è che verso la metà del ‘500 i complessi residenziali d’élite e i templi principali furono distrutti da un terribile incendio. Molte opere d’arte vennero distrutte: le sculture e le decorazioni architettoniche furono fatte a pezzi e i loro frammenti sparsi su ampie aree. Le immagini di capi politici e dei sacerdoti furono mutilate, come per cancellarne la memoria. Chi ha di proposito voluto eliminare dalla storia l’identità di questa civiltà?


Il mistero

Le piramidi nel corso degli anni si ricoprirono di terra e vegetazione fino ad apparire come comuni colline, tanto che il conquistatore spagnolo Cortés, attraversando la zona, non si accorse di pernottare sopra le vestigie di una grande antica città. Pensate che i primi scavi iniziarono solamente nel diciannovesimo secolo.

Diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare la fine della città: rivolte interne contro il potere dell’élite che forse eccedette nello sfruttamento della popolazione, una crisi derivante dal grande incremento demografico, o il blocco delle rotte commerciali che impedirono alla città di continuare a rifornirsi di materie prime.

Alcuni hanno anche ipotizzato un’invasione di popoli vicini, ed è probabile che il collasso di Teotihuacan sia stato causato da una combinazione di alcuni di questi fattori.

Quale è allora il vero segreto di Teotihuacan? Rimarrà per sempre sepolto? Gli Aztechi quando la città giaceva in rovina ormai da molte centinaia di anni rimasero completamente folgorati dal suo fascino e dalla sua maestosità. Non solo adottarono nella loro architettura, arte e religione molti temi presenti in questa città ma erano convinti che questo luogo aveva in sé qualcosa di magico, qualcosa di divino. Furono proprio gli Aztechi a dare il nome a quelle rovine straordinarie chiamando Teotihuacan: “il luogo in cui nascono gli dei”. Un posto dove ambientarono il proprio mito della creazione, un mito importante che a breve analizzeremo. Perché gli Aztechi erano convinti che questa città avesse qualcosa di straordinario legato addirittura a delle divinità? Forse avevano visto qualcosa che non riuscivano a spiegarsi legato magari ad una tecnologia troppo avanzata per essere compresa dal loro grado di civilizzazione?


Un capolavoro del passato

La Piramide del Sole è la terza piramide più grande al mondo con i suoi 65 m di altezza e 223 m di lato alla base è costituita da 2,5 milioni di tonnellate di pietra e terra. Ha circa la stessa base della Piramide di Cheope ma solo la metà della sua altezza. Probabilmente doveva essere anche più alta perché sulla cima doveva trovarsi un santuario, plausibilmente edificato con materiale deperibile.

Teotihuacan era un capolavoro di architettura e di urbanistica, con gli edifici residenziali dotati di impianti idrici, l’acqua scorreva nelle condutture di tutta la città, tanto che si ritiene sia stata consacrata al dio della pioggia Tlatloc. La sua statua di 168 tonnellate, ritrovata in loco, è esposta al Museo di Città del Messico.

Ma chi era e da dove veniva questa misteriosa popolazione che era in grado di fare tutto ciò? Non solo, recenti scoperte nei sotterranei delle Piramidi stanno mettendo in evidenza qualcosa di ancora più sofisticato, qualcosa di cui ancora oggi non comprendiamo pienamente il significato ma che ci fa ipotizzare che questa città fu edificata da una civiltà con un grado di conoscenze tecnologiche sorprendentemente elevato. Riuscirono anche a deviare il corso del fiume San Juan e crearono appositi canali per portare le acque verso “la Cittadella”, il centro pulsante della città. Nella “Cittadella” si svolgevano le cerimonie religiose in onore del dio Quetzalcoatl, il Serpente Piumato, a cui è dedicata una piramide a gradoni che sorge in prossimità.

Gli Aztechi riscoprirono Teotihuacan molti secoli dopo la sua caduta e ne rimasero affascinanti: ai loro occhi quella città fantasma, completamente abbandonata eppure così imponente, doveva avere qualcosa di magico e di sovrannaturale tanto da credere che in questo luogo si fosse svolto il mito della creazione del mondo attuale. Il nome Teotihuacan, nella lingua parlata dagli Aztechi, significa “il Luogo degli Dei” o “il luogo in cui nascono gli dei”. Gli antichi Aztechi credevano in un continuo avvicendarsi di ere, ciascuna dominata da una diversa divinità solare e popolata da una differente stirpe di uomini. Gli uomini dei primi 4 Soli erano stati cancellati da una serie di catastrofi divine: divorati dei giaguari, distrutti dagli uragani, bruciati dal fuoco e, per ultimo, sommersi da un’inondazione, una calamità che ci ricorda il mito del Diluvio Universale.

Al termine del 4° Sole due semidei si sfidarono per trasformarsi nell’astro della nuova e quinta Età: l’era del “Quinto Sole”. Entrambi riuscirono nell’impresa trasformandosi l’uno nel Sole, l’altro nella Luna e per questo gli Aztechi diedero questi nomi alle 2 principali piramidi di Teotihuacan.

Per l’antico popolo Azteco questo posto rappresentava davvero il “il luogo in cui nascono gli dei”.

 

L'ordine cosmico

Quale significato hanno le Piramidi e le numerose strutture all’interno dell’area? Sono connesse con questo senso di ciclicità? A rendere ancora più indecifrabile il mistero Teotihuacan è che non si è ancora riusciti a identificare il sistema di scrittura. Esiste però un gran numero di pitture murali rinvenute nel sito che suggerisce come l’intera città fosse una volta coperta di stucco dipinto. Anche se molti simboli possiedono un significato oscuro possiamo e cercare di interpretarle.

Per molto tempo si è creduto che il popolo teotihuacano fosse pacifico, ma forse non è proprio così.

Quella dei sacrifici umani è una pratica diffusa in tutte le civiltà antiche del centro America. Secondo le religioni mesoamericane, infatti, la relazione tra gli uomini e il cosmo si basava su una sorta di reciproco e violento scambio: se la natura forniva agli uomini acqua, piante e animali, gli uomini avrebbero dovuto offrire in cambio il cibo per nutrire gli dei... ovvero il loro stesso sangue.

Potrebbe essere interpretato in questo modo uno dei più belli affreschi ritrovati qui a Teotihuacan? Stiamo parlando del bellissimo affresco nel “Palacio Tepantitla” dove sono state rappresentate situazioni di vita quotidiana: ci sono individui che per esempio giocano o che raccolgono fiori. Al centro della scena c'è una montagna dentro cui diverse altre persone cadono e versano il proprio sangue. Un sacrificio che sembra trasmettere forza vitale all’acqua, che può così rigenerare la vita fornendo nutrimento ai pesci e ai campi che, a loro volta, potranno essere seminati e mietuti.

E se le piramidi fossero una replica simbolica delle Montagne? Allora potremmo capire come il sangue versato alle divinità sulle Piramidi rappresenterebbe l’elemento di scambio tra uomini e Dei per garantire il ciclo di rigenerazione della vita. È forse questo uno dei tremendi segreti custoditi in questa misteriosa citta? Secondo molti le piramidi di Teotihuacan imiterebbero i profili dei “cerros”, i massicci montuosi della zona e quindi ne potrebbero rappresentare una replica.

Il “Cerro Gordo”, una montagna sacra per gli Aztechi che chiamavano “La Madre delle Acque”, è posta, infatti in perfetta corrispondenza con la Piramide della Luna.

Ma che prove abbiamo che l’antico popolo di Teotihuacan praticasse sacrifici umani? Sono solo teorie formulate degli studiosi? Sembrerebbe proprio di no! Le prove sarebbero state trovate proprio nei sotterranei della Piramide della Luna. Con i suoi 42 metri di altezza rappresenta la seconda più grande struttura di questo tipo dell'antica città dopo la Piramide del Sole. Dalla sua scalinata parte l'accesso al Viale dei Morti che si snoda per tutto il complesso di Teotihuacan.

Una piramide straordinaria che ha ben sette stadi di costruzione avvenuti tra il 100 e il 400 d.C., ma i suoi segreti non finiscono qui. È stata recentemente rinvenuta una cavità sotterranea segreta, a 10 metri di profondità, che collega la piramide alla piazza centrale.

Il ritrovamento conferma quanto ipotizzato in passato dagli studiosi, ovvero che la realizzazione del tunnel non sia casuale, ma collegata alle strutture sovrastanti. Si tratterebbe forse di un luogo estremamente sacro dove probabilmente venivano officiati riti sacri e cerimonie.


Il Serpente Piumato

La Piramide che nasconde più misteri è però quella del Serpente Piumato. Doveva essere veramente importante per essere al centro della “Cittadella” ed inoltre era messa in risalto dai colori: rosso brillante, verde e bianco con cui era stata dipinta. Il Serpente Piumato è una delle più importanti quanto misteriose divinità di tutto il pantheon mesoamericano ed è stato venerato da tutte le popolazioni che si sono succedute nel Messico antico: Olmechi, Toltechi, Maya ed Aztechi. È una divinità che sottintende un’unione armonica fra la Terra (il serpente) e il Cielo (le piume di uccello Quetzal). Le origini del suo mito si perdono nella notte dei tempi. Secondo la tradizione era il Dio bianco venuto da Oriente che aveva portato civiltà e conoscenza. Chi era veramente il Serpente piumato? Forse dietro al mito si nasconde l’incontro con una civiltà molto progredita che fu in grado di trasmettere il proprio sapere alle popolazioni locali?

Questa piramide non a caso sta rivelando agli archeologi sorprese inaspettate che aprono scenari sconcertanti. Nel 2003 venne scoperta l’esistenza di un tunnel segreto che correva per poco più di 100 metri al disotto della Piramide a 15 metri di profondità.

In anni di scavo vennero recuperate quattro magnifiche sculture di pietra, decine di grosse conchiglie provenienti dal Golfo del Messico e dai Caraibi, ossa di grandi felini, coltelli in ossidiana, scheletri di scarafaggi, centinaia di recipienti in ceramica, una scatola in legno con decine di conchiglie intagliate con disegni geometrici e personaggi di Teotihuacan. Ma la presenza di altri due inattesi elementi avrebbe sconcertato gli archeologi: centinaia di misteriose sfere gialle e addirittura una buona quantità di mercurio liquido.

Una delle camere trovate nel tunnel era cosparsa di centinaia di sfere grandi tra gli 1,5 e i 5 centimetri. Secondo gli esperti sarebbero costituite da un nucleo di argilla e rivestite con un materiale giallo formato dall’ossidazione della pirite, un minerale metallico. Questo significa che in origine apparivano come delle sfere metalliche che brillavano. Si tratta di una scoperta senza precedenti, davvero unica nel suo genere.

Anche le pareti e il soffitto di altre camere erano coperte con una polvere minerale avente lo stesso effetto luminescente. Questo fa supporre che persone di alto rango, come sacerdoti o anche governanti, scendevano nel tunnel per eseguire rituali in un luogo creato apposta per brillare. Era un ambiente creato forse per rappresentare il cielo ed il cosmo?

Ma le sorprese di questo incredibile sito non finisco qui. In una delle camere sotterrane i ricercatori hanno scoperto notevoli quantitativi di mercurio liquido. Questo metallo è difficile da estrarre, tossico e costoso, cosa potrebbe aver mai spinto l’antico popolo di Teotihuacan a procurarsene così tanto? Il fatto che sia stato trovato anche in diversi siti Maya lascia supporre che possa aver avuto una grossa valenza sacra per tutte le civiltà precolombiane.

Secondo alcune ipotesi il mercurio liquido, grazie ai suoi riflessi argentei e brillanti poteva servire a rappresentare un lago o un fiume infernale, una sorta di via di accesso privilegiata per l'Aldilà.

Sino ad oggi ancora nessuna tomba è stata rinvenuta nell’antica città ma molti pensano che potremmo esserci vicini.

Eppure non è la prima volta che sentiamo di una Piramide con fiumi sotterranei di mercurio.

Qin Shi Huang, il primo Imperatore della Cina, a protezione della sua vita ultraterrena aveva fatto erigere un’enorme piramide quale suo mausoleo protetta dal famoso “esercito di terracotta”: migliaia di guerrieri e centinaia di cavalli a grandezza naturale realizzati in terracotta. Anche se gli scavi archeologici non sono giunti ancora al sepolcro, analisi effettuate attraverso il sonar hanno indicato la presenza di un’alta concentrazione di mercurio. Secondo antiche cronache giunte sino noi, il soffitto della camera mortuaria sarebbe stato costellato di rame e pietre preziose a rappresentazione delle stelle del firmamento, mentre i fiumi dell’immenso regno cinese sarebbero stati rappresentati addirittura attraverso l’utilizzo del mercurio fluido.

L’imperatore cinese era ossessionato dall’immortalità e secondo la filosofia taoista il solfuro di mercurio sarebbe stato un attivatore energetico per questo fine.

Teotihuacan rimane un luogo dal fascino irresistibile non solo per la bellezza e l’imponenza che contraddistingue il complesso ma soprattutto quei segreti che ancora avvolgono le sue rovine: Chi l'ha costruita? Chi l'ha governata? Da dove veniva la loro conoscenza? Chi ne volle cancellare la memoria? Quello che sappiamo di sicuro è che gli antichi Aztechi la veneravano come “il luogo in cui nascono gli dei”.

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 16 Ottobre 2020 14:41  


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Nikola Tesla

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Athanasius Kircher fu un personaggio molto particolare i cui interessi spaziarono in tutti i campi dello scibile umano. La sua ricerca si basava principalmente sulla comprensione dei meccanismi cardine che regolavano la natura. In totale affinità con il sentimento neoplatonico di cui fu uno dei massimi esponenti concepiva tutti gli aspetti del mondo sensibile come emanazione dell'uno dal quale andavano prendendo forma attraverso una serie di stati degradativi. Secondo Kircher questo processo di derivazione dalla fonte unica avveniva sempre con lo stesso meccanismo per ogni singolarità della natura e ciò permetteva che principi scoperti in un determinato campo erano, per analogia, applicabili ad un altro apparentemente molto diverso dal precedente. Con tale forma mentis egli poté investigare e conoscere a fondo un'infinità settori spaziando dall'astronomia alla matematica, dall'archeologia all'ottica, dalla chimica al magnetismo, dalla filosofia alla musica, dalla storia naturale alla fisica e alla gnomonica. Il suo sapere non si limitava al solo studio teorico ma era costantemente accompagnato da brillanti realizzazioni quali ad esempio il prototipo della lanterna magica che espose, insieme ad altre meraviglie meccaniche, nel suo "Wunderkammer" il primo museo della scienza al mondo. Creò inoltre una delle più antiche calcolatrici e compilò la prima rappresentazione cartografica delle correnti marine; fu il primo ad osservare il sangue umano al microscopio e con la sua decifrazione del Copto e la sua interpretazione dei geroglifici gettò le basi che portarono all'attuale decodifica dell'antica scrittura egizia.

La vita di Athanasius fu costellata da molti eventi particolari tra cui ce ne furono alcuni che lo portarono addirittura molto vicino a perdere la vita: una volta rischiò di annegare perchè cadde in una crepa apertasi in un fiume ghiacciato ma anche se faticosamente, riuscì a trarsi in salvo; durante la guerra dei trent'anni per poco non fu impiccato da un gruppo di protestanti che dopo averlo circondato e derubato lo lasciarono andare perché riconobbero qualcosa di speciale nella sua estrema calma di fronte alla fine che stava subendo; da giovane si salvò miracolosamente dallo sfracellarsi quando fu trascinato dalla corrente verso la ruota di un mulino ad acqua; un'altra volta rimase miracolosamente illeso quando, mentre stava guardando una corsa di cavalli, finì accidentalmente sotto gli zoccoli degli animali. Grazie alla sua estrema fede in Dio e nel destino che, come affermò egli stesso, lo doveva portare a compiere qualcosa di grande, mantenne sempre una straordinaria calma cosa che gli fu di notevole aiuto anche in quei frangenti pericolosi.

Il Kircher possedeva una personalità poliedrica. Il suo carattere particolare lo spinse ad praticare per ben cinque anni un curioso esercizio. Per esercitare l'umiltà si finse stupido dal momento in cui fu ammesso al noviziato dei Gesuiti di Paderbon in Vestfalia (2 ott 1618) fino a quando non fu trasferito a Coblenza nel 1623. Dotato di una spiccata sensibilità verso il metafisico ebbe diverse visioni e sogni "profetici" come quello che gli preannunciò la distruzione, per ordine di Gustavo Astolfo di Svezia(1631), del collegio dei gesuiti di Wurzburg dove egli risiedeva. Era anche un uomo in cui una sterminata curiosità si legava ad una buona dose di temerarietà e questo lo portò, non solo ad ammirare in loco le eruzioni dell' Etna e dello Stromboli (1637) e ad osservare da Tropea terremoto che distrusse Sant'Eufemia nel 1638, ma addirittura come un novello Plinio Seniores, a scendere, all'età di più di settant'anni, nel cratere del Vesuvio per eseguire delle misurazioni.

Appassionato della storia arcaica dell'uomo intraprese moltissime ricerche indirizzate al reperimento di documenti e prove legate ad episodi a cavallo tra la storia e la mitologia. In particolare i suoi interessi si diressero principalmente su Atlantide di cui possedeva un'antica mappa che esamineremo in seguito e sui più importanti resoconti biblici come il Diluvio Universale, l'Arca di Noè, la Torre di Babele ed i Giganti per cui collezionò i resti di alcuni elefanti antidiluviani ritrovati a Trapani e Palermo nel 1636 e diversi scheletri dalle misure straordinariamente grandi (Le "ossa di giganti" delle grotte di Maredolce presso Palermo).

Le informazioni sulla sua vita oltre a pervenirci dall'innumerevole quantità di opere lasciateci e dalla folta corrispondenza che tenne con più di 760 personaggi dell'epoca, fra cui scienziati (Leibniz, Torricelli e Gassendi), medici, missionari gesuiti, due imperatori del Sacro Romano Impero, papi e potentati di tutto il mondo (Cristina di Svezia), ci arrivano anche attraverso la sua autobiografia di cui riportiamo l'incipit:

    "Nacqui il 2 maggio 1602, giorno di Sant'Atanasio, alle tre della notte, nell'infelice città di Geisa, a tre ore di viaggio da Fulda. I miei genitori erano Johann Kircher e Anna Gansek, cattolici devoti, rinomati per le loro buone opere."

Cronologicamente il giovane Athanasius entrò all'età di dieci anni nel collegio gesuita di Fulda e poi, ammesso come novizio nel collegio gesuita di Paderborn (2 ottobre 1618) ivi rimase finché gli esiti delle persecuzioni della guerra dei Trent'anni lo costrinsero ad andare prima a Munster e successivamente a Colonia, dove proseguì i propri studi scientifici e umanistici. Nel 1624 si trasferì prima a Mainz, dove nel 1628 divenne sacerdote e poi presso l'Università di Würzburg in qualità di professore di filosofia, matematica e lingue orientali. Nel 1633 ricevette, praticamente in contemporanea, due illustri proposte che lo volevano l'una a Vienna per succedere a Keplero, deceduto nel 1631, nel ruolo di matematico presso la corte dell'imperatore Ferdinando II e l'altra a Roma per l'importante traduzione di alcuni vocabolari copti. Il destino lo mosse nel novembre del 1633 a Roma dove rimase per tutto il resto della sua vita fatta eccezione per un soggiorno a Malta fra il 1636 e il 1637 in qualità di confessore di Hesse-Darmstadt da poco convertitosi al cattolicesimo. Nel 1638 venne nominato professore di matematica presso il Collegio Romano, incarico che lasciò otto anni dopo per dedicarsi completamente alle sue ricerche. Morì a Roma il 27 novembre 1680 e fu sepolto nella Chiesa del Gesù mentre il suo cuore, per suo espresso volere, venne invece tumulato nella cappella di Santa Maria della Mentorella vicino a Palestrina. Questo luogo, sin dal suo primo incontro avvenuto casualmente nel 1661, ebbe un'attrazione speciale per il gesuita. La chiesetta abbandonata che lì sorgeva si poggiava sulle rovine dell'antico santuario edificato nel luogo dove era avvenuta la conversione di Sant'Eustachio e la cui fondazione risaliva secondo un'iscrizione all'imperatore Costantino come ci viene descritto nella autobiografia Kircheriana:

    "Ci avvicinammo e scoprimmo che si trattava di una chiesa in quasi completa rovina. Entrai e mi resi conto che era stata una chiesa magnifica. Rimasi stupito al pensiero che fosse stata costruita in quella terra spaventosamente desolata, e supposi che vi si nascondesse un segreto. … guidato da Dio, mi imbattei in una lastra di marmo su cui era inciso il testo seguente: In questo luogo si convertì Sant'Eustachio, allorchè il Cristo crocefisso gli apparve tra le corna di un cervo. In memoria di tale avvenimento, l'Imperatore Costantino il Grande fece erigere questa Chiesa, solennemente consacrata dal santo papa Silvestro I al culto della Madre di Dio, e di Sant'Eustachio."

Il Kircher si adoperò moltissimo per farla ristrutturare e da quel giorno decise che vi ci sarebbe recato ogni 29 settembre, giorno in cui si festeggia San Michele Arcangelo, e divenne per lui il posto dove egli più amava ritirarsi a meditare e a scrivere.

La sua poderosa produzione letteraria (più di trenta testi) lo fece apprezzare come uno dei più grandi eruditi del XVII secolo. Tra le sue opere più suggestive, ricordiamo il Prodromus Coptus sive Ægyptiacus (1636), Lingua Ægyptiaca restituta (1643), Ars Magna Lucis et umbrae in mundo (1645–1646), Obeliscus Pamphilius (1650), Musurgia universalis, sive ars magna consoni et dissoni (1650), Œdipus Ægyptiacus (1652–1655), Mundus subterraneus, quo universae denique naturae divitiae (1664–1678), Obelisci Aegyptiaci interpretatio hieroglyphica (1666), China Monumentis, qua sacris qua profanis (1667), Ars magna lucis et umbrae (1671), Arca Noë (1675), Sphinx mystagoga (1676) e Turris Babel sive Archontologia (1679).