Articolo pubblicato
su Freedom Magazine
(N°6 APRILE 2020)
ATLANTIDE SCOMPARE “…Passando poi tempo, facendosi terremoti grandi e diluvii, sopravvegnendo un dí e una notte molto terribili, i guerrieri vostri tutti quanti insieme sprofondarono entro terra; e l’Atlantide isola, somigliantemente inabissando entro il mare, sí sparve. E però ancora presentemente quel pelago non è corso da niuno ed è inesplorabile; essendo d’impedimento il profondo limo, il quale, al nabissare dell’isola, si scommosse.” Platone – Timeo -Capitolo III
“Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte." Bibbia -Esodo – 13
Bibbia -Esodo – 14 |
SANTORINI C’è chi l’ha paragonata ad Atlantide e chi ha legato le sue vicissitudini a dei precisi episodi biblici. Basta guardarla dall’alto l'antica isola greca di Thera, oggi Santorini, per rendersi conto dell’immane catastrofe che è stata in grado di generare. La sua forma semicircolare racconta il suo passato: un vulcano esploso. Al suo centro, infatti, è ancora visibile la caldera, la depressione circolare prodotta dallo sprofondamento della cima di un cono vulcanico. Oggi è una delle mete turistiche più gettonate della Grecia. Le caratteristiche casette bianche e le chiese dalle cupole dipinte di blu rispecchiano l’immagine più caratteristica dei paesaggi cicladici, ossia delle isole dell'arcipelago delle Cicladi, nel mare Egeo. Proprio questa sua posizione strategica del Mediterraneo la rese sede di una delle civiltà più fiorenti del passato. Scavi archeologici hanno riportato alla luce oggetti, costruzioni ed affreschi molto raffinati. Quale civiltà era stata distrutta da una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia? Quando sarebbe avvenuta questa catastrofe? Uno strano filo conduttore sembra legare Akrotiri, l’antica città dell’isola di Thera a Pompei. Entrambi i siti vennero coperti da un fitto strato di materiale vulcanico dopo una tremenda esplosione. Proprio il deposito delle ceneri vulcaniche sulla città ha permesso in entrambi i casi di conservare edifici, affreschi, ceramiche e persino alcuni oggetti di materiale biodegradabile fatti di legno e di pelle, tanto che oggi Akrotiri viene anche chiamata la “Pompei dell'Egeo”. Diversi oggetti antichi vennero scoperti casualmente dagli agricoltori durante l’aratura ma le antiche rovine della città vennero individuate solo nel 1860 dai lavoratori delle cave di roccia vulcanica per il Canale di Suez. Si dovette attendere però il 1967 perché si desse il via veri e propri scavi realizzati dall'archeologo Spyrid?n Marinatos. Gli scavi dell’area hanno fatto riemergere un vasto abitato, circa 10.000 metri quadrati, ma c’è chi suppone si tratti solo del 5 - 10% dell'intera area urbana. Sono stati riportati alla luce circa 40 edifici e molte grandi giare utilizzate per contenere legumi, orzo, farina, olio d'oliva, vino, frutta secca e pesce essiccato. Vista la posizione molto strategica della baia la popolazione che l’abitava doveva essere molto dedita all’attività marittima, cosa testimoniata anche da degli affreschi di straordinaria bellezza rinvenuti sul sito. Proprio la presenza di questi affreschi ha fatto richiamare alla mente il mito di Atlantide. Molte di queste raffigurazioni testimoniano non solo l’alto livello artistico ma ci fanno anche intuire quale grado tecnologico avessero raggiunto in vari settori soprattutto per l’architettura e la navigazione. L’affresco presente nella Casa Occidentale raffigura, infatti, una flotta intenta in un viaggio da un porto all'altro. Sulle pareti delle case di Akrotiri sono presenti anche elementi esotici particolari come le “scimmie blu”, un dettaglio che ha fornito quel senso di fascino e mistero tali per un maggior accostamento tra Santorini e la mitica civiltà perduta. Il racconto di Atlantide ci deriva dal “Timeo” e dal “Crizia” due scritti di Platone, il celebre filosofo greco vissuto tra il V ed il IV secolo a.C.. In questi testi racconta di una meravigliosa ed antica civiltà che aveva raggiunto un elevato livello tecnologico e che venne poi colpita da un violento terremoto e da tremende inondazioni che la fecero sprofondare completamente. Platone raccontò di aver udito questa storia dal politico ateniese Solone a cui, a sua volta, venne narrata da un sacerdote dell’antica città egiziana di Sais quando visitò l’Egitto intorno al 590 a.C.. Il più convinto sostenitore di una corrispondenza tra Atlantide e Santorini fu il sismologo greco Angelos Galanopoulos che negli anni ’60 ebbe una discreta popolarità. Secondo il professore dell’Istituto sismologico di Atene i maremoti e le ceneri vulcaniche che caddero su tutte le isole dominate da Creta ebbero un impatto così devastante sull’economia della civiltà minoica da provocarne un rapido declino. Lo stesso archeologo che curò gli scavi di Akrotiri, Spyridion Marinatos, sostenne che Atlantide poteva essere una versione ingigantita e mitizzata di quello che era accaduto all’isola di Santorini e che la civiltà Atlantidea poteva essere la trasposizione leggendaria della civiltà Minoica presente sia a Creta che a Santorini. Una teoria molto affascinante ma che lascia diversi dubbi. Primo tra tutti Platone riporta che la distruzione avvenne 9000 anni prima dell’epoca di Solone e quindi parliamo del 9500 a.C., un periodo troppo remoto rispetto al periodo in cui la civiltà minoica fiorì nel Mediterraneo. A tal proposito il sismologo Angelos Galanopoulos suppone che alla base ci sia stato un errore di trascrizione nel riportare la data indicata da Platone: ossia 900 al posto di 9000 anni. Un altro aspetto che non torna è la differenza nella dinamicità degli eventi. Atlantide sprofondò in una sola notte mentre, almeno da quello che risulta dagli scavi in Akrotiri, la popolazione ebbe tutto il tempo di prepararsi a fuggire, probabilmente allarmata da continui e sempre più frequenti assestamenti tellurici. Negli scavi, infatti, non sono emersi né resti umani, né gioielli o oggetti preziosi, come se gli abitanti avessero avuto tutto il tempo di raccogliere i propri beni e fuggire. Esiste inoltre un affascinante legame tra l’eruzione di Thera e i fatti legati all’”Esodo” degli Ebrei riportato nella Bibbia. Le famose piaghe d’Egitto e l’attraversamento del mar Rosso potrebbero trovare spiegazione con gli effetti prodotti dal cataclisma di Santorini situato a quasi 1000 km di distanza? Questa è la tesi di molti ricercatori che hanno individuato diverse possibili spiegazioni a gran parte delle punizioni che, secondo la Bibbia, Dio inflisse agli Egizi perché Mosè potesse liberare il suo popolo dalla schiavitù. Per esempio la “nona piaga” – “le tenebre” sarebbe spiegabile con la fitta coltre di ceneri che si sarebbe sviluppata dopo l’eruzione oscurando i cieli. In maniera analoga anche la “settima piaga” – “Pioggia di fuoco e ghiaccio” potrebbe essere stata generata da una terribile turbolenza all’interno della nube che in genere si manifesta nelle esplosioni vulcaniche particolarmente violente. La ricaduta di polvere vulcanica acida potrebbe aver provocato su persone ed animali delle forti reazioni cutanee in analogia con quanto riportato nella “sesta piaga” – “Ulcere su animali e umani”. Inoltre, la chimica può aiutarci nel capire come si potrebbe essere generata la “prima piaga” – “Tramutazione dell'acqua in sangue” perché la dispersione di ossido di ferro presenti nei detriti vulcanici potrebbe aver reso le acque di color rosso causando la morte di molti pesci. Tutte le altre piaghe (seconda – “Invasione di rane dai corsi d’acqua”; terza – “Invasione di zanzare”; quarta – “Invasione di mosche”; quinta – “Morte del bestiame”; ottava – “Invasione di cavallette/locuste”) sarebbero dirette conseguenze degli sconvolgimenti generati a loro volta dalle precedenti piaghe. Ma quali corrispondenze temporali si possono trovare con le affascinanti teorie che legano l’esplosione di Santorini con Atlantide o con il passaggio biblico del mar Rosso? Fu questa catastrofe a determinare il crollo della civiltà minoica? L’eruzione di Thera fu enorme, uno dei più grandi eventi vulcanici accaduti sulla Terra, capace di spargere cenere negli alti strati nell’atmosfera e di seppellire l’insediamento minoico di Akrotiri sotto un profondo strato di cenere e pomice. Eppure, anche con i più moderni sistemi di datazione, non si è giunti ad un risultato concorde sulla data dell’evento. Le stime attuali basate sulla datazione del radiocarbonio con campioni di legno, ossa e semi collezionati da varie località dell'Egeo, ci riportano a date comprese tra il 1660 a.C. ed il 1600 a.C. ma c’è chi sostiene che i prodotti stessi dell’eruzione possano aver alterato i valori misurati. L’archeologia che principalmente si basa sull’evoluzione degli stili ceramici è propensa a considerare un periodo di un secolo più tardi ossia tra il 1570 a.C. ed il 1500 a.C. circa. Grazie alla dendrocronologia, che studia lo sviluppo degli anelli degli alberi in relazione al clima circostante, alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’eruzione di Thera sia avvenuta tra il 1600 a.C. e il 1525 a.C. Se l’esplosione di Santorini non fu la causa immediata del crollo della civiltà Minoica, molto probabilmente, ne innescò un progressivo declino ponendo fine ad una fiorente cultura che aveva prosperato per secoli nel Mediterraneo. Ma da dove arrivava la civiltà Cretese? Nessuno ne conosce l’origine. Sappiamo che il loro livello tecnologico, sia di architettura che di idraulica, era veramente notevole. Qualcuno suppone che si tratti degli eredi del popolo atlantideo, giunto dal mare in quella parte dell’Egeo dopo l’inabissamento del loro mitico continente. Fantasie, leggende? Fatto sta che il mistero di Santorini è ancora strettamente legato a quello della più famosa e mitica civiltà perduta: Atlantide.
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